Nepal – Trekking nella valle del Khumbu – Appunti di viaggio
Nella prima metà di aprile il CAI Bardonecchia ha effettuato un trekking in Nepal, nella valle del Khumbu, al cospetto degli dei, le montagne più alte del mondo.
In 19 giorni abbiamo avuto modo di mettere alla prova le nostre capacità escursionistiche, di sperimentare la resistenza alle altre quote e, soprattutto, abbiamo condiviso un’esperienza di vita e di contatto con popolazioni e culture fantastiche, molto lontane da quelle occidentali.
Riporto qui la relazione sull’esperienza vissuta; mi concentro maggiormente sul trekking, sorvolando velocemente la visita alla valle di Kathmandu. In calce trovate qualche informazione sull’organizzazione del viaggio e la cartina del percorso del trekking.
- 1° e 2° giorno – 29-30/03: Malpensa Kathamandu
Partiti da Milano il 29 pomeriggio con AirIndia, atterriamo a Kathmandu il 30 nel primo pomeriggio, dopo uno scalo a Delhi.
Ci viene ad accogliere la nostra guida Lapka Sherpa, che ci accompagnerà per tutto il viaggio.
L’agenzia di trekking alla quale ci siamo appoggiati (Sherpa Alpine Trekking Service) ci ha anche fornito di un minivan con autista per tutti gli spostamenti.
Ci spostiamo verso Boudhanath, dove siamo alloggiati all’hotel Sherwi Hyul, a due passi dal grande Stupa, uno dei siti da non perdere nella visita della capitale nepalese. Ci facciamo un primo giro veloce a visitare lo Stupa, tra fedeli e monaci in preghiera, e poi via verso il centro per fare gli ultimi acquisti a Kathmandu e per la cena. Se avete bisogno di completare il vostro equipaggiamento, a Kathmandu trovate attrezzatura escursionistica e alpinistica di buona qualità ed a prezzi decisamente più bassi rispetto a quelli occidentali (anche in affitto).
- 3° giorno – 31/03: Kathamandu – Manthali, Ramechhap Airport
Sveglia presto e colazione abbondante (questa sarà una costante di tutto il viaggio) e poi un giro più tranquilli per vedere bene lo Stupa e tutti i colori e l’atmosfera della gente che gli gira intorno. Visitiamo anche uno degli oltre 50 monasteri tibetani distribuiti nella zona di Boudhanath.
Alle 10 siamo di nuovo in hotel pronti per partire per Manthali, dove ha sede l’aeroporto Ramechhap da dove domani prenderemo il volo per Lukla. Sono solo 128 km, ma, tra il traffico che incontriamo per uscire da Kathmandu e le strade nepalesi piene di buche e tratte sterrate, ci mettiamo più di 6 ore (compresa una breva pausa per mangiare).
Arrivati a Manthali, ci accomodiamo all’hotel Freedom Resort per passare un pomeriggio di relax Siamo a 635 mt e fa caldissimo (27 gradi con un livello indecente di umidità). Per fortuna c’è un po’ di aria che ci consente di respirare
Alle 7 cena e poi a nanna,
- 4° giorno – 01/04: volo per Lukla, (q.2840 mt.), incontro con i portatori e inizio del trek Lukla-Phakding (q.2610 mt.) Percorso di circa tre ore non impegnativo (dis. +220, -450).
Alle 5:15 siamo già in aeroporto, ma tra pesatura bagagli, check-in ed il grande numero di gruppi di trekkers, partiamo alle 7:45. I voli tra Ramechap e Lukla in genere partono solo al mattino, perché normalmente nel pomeriggio le condizioni atmosferiche non rendono sicuro il volo sulle montagne e, soprattutto, l’atterraggio a Lukla.
Meno di 20 min di volo ci portano ad atterrare sulla pista da brivido di Lukla, universalmente considerata una delle più pericolose al mondo. La pista, infilata tra le montagne, è estremamente corta (circa 500 mt) ed ha una pendenza significativa per consentire agli aerei di fermarsi prima di schiantarsi contro la montagna. Solo i piloti più esperti sono in grado di atterrare in queste condizioni.
Facciamo colazione appena usciti dall’aeroporto, mentre aspettiamo gli ultimi 2 bagagli. Nel frattempo, facciamo conoscenza con il gruppo di portatori che ci accompagneranno per tutto il trekking con il nostro bagaglio.
Alle 9:30 ci mettiamo in cammino per Phakding, nostra prima tappa. Dopo 10 minuti, entriamo nel parco del Sagarmantha (Everest in nepalese) e passiamo il primo checkpoint per controllare il permesso.
Il cammino da Lukla a Phakding è un saliscendi che attraversa campagne coltivate a cereali ed alberi da frutta e diversi villaggi. Incontriamo i primi muri “Mani” (i muri di preghiera che si trovano dappertutto nelle montagne nepalesi), Stupa e la coloratissima e calda popolazione nepalese. Adulti e bambini ci accolgono sempre con un sorriso, accompagnato dal loro Namasté (il saluto nepalese).
Per strada incrociamo diversi portatori con i carichi più disparati, dalle borse dei trekkers agli oggetti più diversi per gli utilizzi da parte della popolazione locale. Quando incrociamo carovane di Yak o di cavallini himalaiani (l’altro mezzo di trasporto delle merci oltre ai portatori), stiamo attenti a lasciargli il passo nella parte a valle del sentiero, per evitare di essere sbalzati fuori.
Il tempo è bellissimo e da oggi abbiamo costantemente la vista sui 6000, 7000 ed 8000 dell’Himalaya.
Facciamo un paio di soste e dopo 2:30 h circa arriviamo a Phakding dove alloggiamo alla Sunrise Lodge.
Pomeriggio di relax e alle 19:00 abbiamo la nostra cena nepalese. Io prendo un Dal Bhat, piatto tipico nepalese composto da verdure al curry, riso ed una minestra di lenticchie, abbastanza piccante: molto buono, se vi piace il mangiare speziato e piccate, e completo da un punto di vista nutrizionale.
- 5° giorno – 02/04: Phakding (q.2610 mt.) – Nanche Bazar (q.3440 mt.) (dis. +1253, -429)
Prima delle 8 siamo in movimento. Il percorso si snoda per un lungo tratto in saliscendi, con un bilancio positivo di circa 200 mt, per poi impennarsi su una lunga salita verso Namche.
Attraversiamo diversi villaggi e 4 ponti tibetani, un’altra costante di tutto il trekking. Quando attraversiamo il terzo incrociamo una colonna di cavallini: in teoria dovrebbero aspettare che passiamo il ponte, ma non ci pensano per niente e noi a fatica li affianchiamo e li sorpassiamo.
Una pausa a Manjo per rifocillarci e poi partiamo per l’ultimo ponte, il più alto ed impressionante. Attraversato uno strapiombo di oltre 300 metri, partiamo per l’ultimo tratto, 600 mt di dislivello abbastanza faticosi. I sentieri/mulattiere nepalesi, non sono semplici strade o sentieri, ma in genere sono fatti di gradoni di pietra, a volte anche abbastanza alti e, in genere, ripidi. Comunque riusciamo a coprire in poco più di 90 min. la strada mancante fino a Namche; quando stiamo per disperare, svoltata una curva, ce la troviamo davanti.
Arriviamo alla Himalayan Lodge, il nostro alloggio, dopo circa 5 ore di cammino. Pranziamo e poi usciamo a fare un giro per Namche
Namche Bazar è il più grande villaggio della zona e si inerpica sulla montagna. Ha un eliporto, diverse banche, la scuola, centri medici e diversi negozi che vendono tutto quello che può servire ai locali o agli escursionisti che devono completare il loro equipaggiamento per proseguire il trekking (prezzi decisamente più alti rispetto a Kathmandu).
Girando per Namche ad un certo punto ci troviamo davanti un cantiere per la costruzione di una casa e qui tocchiamo con mano il lavoro dei nepalesi delle montagne
. Qui tutto è fatto a mano, senza macchine: scavi fatti con pale e picconi, pietre sagomate a colpi di martello e scalpello e portate lì dai portatori, le assi di legno le abbiamo viste trasportare sulla ripida salita verso Namche; c’è anche il fabbro che lavora i materiali in ferro. Tutto è fatto con calma e serenità, da volti sorridenti, con ritmi lenti, non usuali per chi, come noi, è abituato alla frenesia delle città orientali. Questo è il Nepal.
- 6° giorno – 03/04: Nanche Bazar (q. 3440 mt.) – Tengboche (q.3860 mt.) (dis. +816, -375).
La nostra tabella di marcia è sempre la stessa, colazione alle 7 e partenza alle 7:50.
Partiamo in salita per un centinaio di metri e ci fermiamo a spogliarci, perché siamo già al sole. L’escursione termica è molto marcata: di giorno, quando spunta il sole, ci muoviamo con magliette a maniche corte, mentre di sera e di notte la temperatura scende sotto lo zero.
Davanti a noi una fantastica vista sul Kongde Ri (6187 mt). Da questo punto il percorso si snoda per un buon tratto su una fantastica balconata tra il piano ed i saliscendi
Dopo mezz’ora incrociamo uno Stupa e da lì la prima vista sugli Dei. Davanti a noi si presentano l’Everest, il
Lhootse e l’Ama Dablam che, pur essendo un 6000, ha un aspetto imponente e fantastico. È nota anche come il Cervino dell’Himalaya, per la sua forma che ricorda la forma della nostra montagna. Li avremo davanti per buona parte del percorso.
Rispetto a ieri, i villaggi sono più rari, ma il fascino dell’incontro con la popolazione non manca. Dopo 2 ore abbondanti scendiamo in fondo alla valle e, dopo una sosta, attraversiamo un ponte tibetano per iniziare i quasi 600 mt di salita che ci portano a Tengboche. Sul ponte lasciamo una striscia di bandiere di preghiere portate da Lapka, la nostra guida: un messaggio di buon augurio per il nostro trekking.
Partiamo per la nostra salita e, dopo 4 ore e 40 dalla partenza da Namche, siamo davanti alla Trekker Lodge dove alloggiamo.
A Temboche troviamo il più grande ed importante monastero del Khumbu. Qui assistiamo ad una funzione religiosa buddista: due monaci recitano un mantra di buon augurio. Anche questo è un altro contatto importante con la cultura locale.
- 7° giorno – 04/04: Tengboche (q.3860 mt,) – Dingboche (q.4410 mt) (dis. +971, -451).
Oggi ci aspetta una lunga camminata su un altopiano e attraverso una foresta di rododendri, che cominciamo a fiorire, e di conifere. Meno impegnativa delle precedenti, ma da oggi saliamo sopra i 4000 e ci rimarremo per i prossimi 4 giorni.
Persi circa 200 mt, iniziamo un tratto di falsipiani e lievi saliscendi, sempre attraversando il bosco di rododendri e conifere. Oggi gira qualche nuvola ma il tempo regge. La punta dell’Everest è coperta, ma la vista è fantastica sulle altre cime.
Il sentiero comincia a salire dolcemente e attraversiamo due piccoli villaggi. La salita non è costante, ogni tanto abbiamo dei tratti di discesa. Nel complesso non è particolarmente impegnativa, tranne in brevi tratti in cui il sentiero si impenna.
Man mano che saliamo la vegetazione comincia a cambiare. Gli alberi sono sostituiti da bassi cespugli e, poco prima dei 4000 mt, spariscono del tutto. Raggiungiamo i 4000 quando siamo in vista di Shomare, dopo 3 h di cammino, dove ci fermiamo per bere un tè.
Ripreso il cammino, dopo un tratto di lievi discese e falsipiani attraversiamo un ponte e riprendiamo a salire. L’altezza si fa sentire e procediamo un po’ più lentamente, “pistari pistari” come dicono gli sherpa.
Dopo circa 5 ore dalla partenza arriviamo in vista della nostra meta e dei diversi Gompa distribuiti sul crinale della salita verso Lobuche (che faremo tra 2 giorni).
- 8° giorno – 05/04: acclimatamento Dingboche (q.4410 mt) con salita a Chukhung (4758 mt).
Oggi giornata tranquilla di acclimatamento. Ci alziamo più con calma e andiamo a fare un’escursione fino a Chukhung.
Chukhung è un punto d’appoggio per la salita al Chukhung Ri (5559 mt) o la più impegnativa all’Island Peak (6189 mt). La salita al villaggio è una tranquilla passeggiata con solo 400 mt di dislivello che salgono dolcemente: l’ideale per prenderci un giorno di pausa dopo 4 giorni di cammino e per abituarci alla permanenza sopra i 4000, avvicinandoci ai 5000.
Intorno a noi ci sono fantastiche punte: dall‘immancabile Ama Dablam (6814), che ci sta accompagnando dai primi giorni, al Nuptsel (7864) e sullo sfondo le pendici del Lhotse (8516).
- 9° giorno – 06/04: Dingboche (q.4410 mt.) – Lobuche (q.4930 mt.) (dis. +629, -54).
Ultimo presidio di umanità prima delle alte quote ed ultima tappa prima della salita al Kala Patthar. Il tempo è sempre bello e si sta preparando per l’ascesa di domani. L’altezza si fa sentire, anche se siamo ormai ben acclimatati: camminare verso i 5000 è impegnativo.
Arriviamo bene a Lobuche dopo circa 4 ore di salita, non particolarmente impegnativa relativamente a dislivello e pendenze.
- 10° giorno – 07/04: Lobuche (q.4930 mt) – Kala Patthar (q. 5645 mt) – Periche (q.4240 mt.) (dis. +849, -1509)
Oggi è la giornata più impegnativa: dobbiamo raggiungere la vetta e poi scendere fino a Periche con un cammino di circa 25 km in buona parte sopra ai 5000 mt.
Alle 4 siamo già in moto, illuminando il sentiero con le pile frontali. Il primo tratto è abbastanza lungo, ma non faticoso: saliamo di circa 300 metri per arrivare a Gorakshep. Comunque, camminare al buio ed a 5000 mt è impegnativo. Inoltre, per circa un terzo del percorso attraversiamo un tratto di sfasciume abbastanza fastidioso.
Dopo circa 3 ore arriviamo a Gorakshep (5168 mt.), ultimo avamposto umano costituito da qualche Lodge costruita sul fondo sabbioso di un lago ghiacciato: siamo in vista dell’Everest Base Camp e della nostra meta, il Kala Patthar.
Ci fermiamo per colazione e poi attacchiamo la salita alla vetta: ci aspettano circa 500 mt di salita. A questa altezza procediamo molto lentamente, per via della carenza di ossigeno. Ho calcolato che faccio 15-20 passi al minuto e quando mi fermo per fare una foto, accelerare per raggiungere gli altri è un’impresa.
Mentre saliamo, da un seracco alle pendici dell’Everest si stacca una valanga, a dimostrazione che la montagna non è mai sicura. Nel frattempo, si è anche alzato il vento
Poco alla volta procediamo e dopo 2:30 h raggiungiamo la vetta. L’emozione è fortissima, siamo a 5645 mt, il tempo è limpidissimo e di fronte a noi c’è il tetto del mondo: sembra di poterli toccare, l’Evereste, il Lothse e diversi altri giganti sopra ai 6000 e 7000. Il tempo è splendido ed è uno spettacolo indescrivibile.
Ci abbracciamo, urliamo, è una festa e un’emozione difficile da descrivere a chi non la ha vissuta. Poi, tempo di fare qualche foto, lasciare una striscia di bandiere di preghiere e si riparte per la lunga discesa verso Periche. Scendiamo ripercorrendo a ritroso la strada per Gorbachep e Lobuche; ci aspetta un lungo percorso di circa 15 km scendendo 1500 mt.
Il vento soffia sempre più forte ed è molto fastidioso e, dopo un po’, è solo il mettere un piede avanti all’altro per raggiungere la nostra meta. Arriviamo a Periche, 4230 mt, alle 18:30, ancora poco e dobbiamo rimettere la frontale. Stanchi e contenti, pronti per cena ed un sonno ristoratore.
- 11° giorno – 08/04: Periche (q.4240 mt.) – Tengboche (q.3860 mt,) (dis.+480, -.860).
Sarà stata la stanchezza o il fatto che ormai ci siamo abituati alle altezze, ma stanotte abbiamo dormito tutti come sassi. Ci alziamo riposati e pronti per ripartire.
Oggi torniamo a Tengboche, passando da Pangboche. La strada si dipana in saliscendi ma perdendo costantemente quota. Scesi sotto i 4000 metri si cominciano a rivedere gli alti fusti, principalmente conifere e rododendri. Nel frattempo, il movimento di yak e portatori è passato da un’esclusiva finalizzazione al trekking ed alle spedizioni alpinistiche, a movimenti commerciali di trasportatori di merci utili per la vita quotidiana. Portano veramente di tutto e sembra impossibile che riescano a trasportare su e giù per le montagne pesi che noi non riusciamo neanche a sollevare.
Arrivati a Pangboche andiamo a visitare il monastero. È il monastero più vecchio della valle. Piccolo, ma molto caratteristico. Il monaco che ci accoglie recita alcuni mantra e ci dà la sua benedizione. Usciti dal monastero, riprendiamo il cammino e continuiamo a scendere.
Arrivati in fondo alla valle, attacchiamo la salita finale che ci porta Temboche in 5 h circa dalla partenza.
- 12° giorno – 09/04: Tengboche (q.3860 mt,) – Khumjung (q. 3790 mt.) (dis. +680, -750)
Il percorso per Khumjung non è lunghissimo, ma per raggiungere la nostra destinazione dobbiamo scendere fino a 3290 mt circa e poi risalire a quasi 3800 di Khumjung.
Ripercorriamo in parte la strada fatta all’andata salendo da Namche Bazar, ma un po’ prima di arrivare a Namche deviamo a destra.
Partiamo con una ripida discesa a gradoni e, arrivati in fondo, iniziamo una serie di salite e falsi piani fino ad arrivare ad un posto di blocco e ad un ponte tibetano.
Mentre scendiamo, il più giovane del gruppo prova a caricarsi un basto con due sacchi di cemento che un portatore ha postato per riposarsi: sistema sulla fronte la fascia tipica dei portatori nepalesi, poi prova ad alzarsi … e non riesce a sollevarsi di un centimetro. Probabilmente è anche questione di tecnica, ma non si può immaginare come fa questa gente a salire le ripide strade di montagna con questi carichi.
Proseguiamo e, poco dopo, troviamo la deviazione per la nostra destinazione. Attacchiamo la salita che in un’oretta ci porta a Khumjung (5 ore circa dalla partenza).
Khumjung è il più grande insediamento della valle. Non è nel passaggio dei turisti che, per la maggior parte, puntano direttamente a Namche Bazar. Ha scuole per i tre livelli di insegnamento, un ospedale e un grande monastero.
- 13° giorno – 10/04: Khumjung (q. 3790 mt.) – Thame (q.3782) (dis.+600, -608)
Scendiamo verso Namche Bazar fino ad incontrare l’aeroporto di Namche (oggi quasi in disuso); poco più sotto ci lasciamo sulla sinistra la deviazione per Namche e proseguiamo risalendo la valle che ci porterà a destinazione.
Siamo fuori dai percorsi turistici: abituati al movimento di trekkers e commerciale, ci ritroviamo in un percorso quasi deserto, in un ambiente surreale ed estremamente rilassante. Incontriamo alcuni trekkers nel primo tratto, fino alla deviazione per Namche e, passato il bivio quasi più nessuno.
Raggiungiamo prima in piccolo passo, dove incrociamo uno Stupa ed un Chorten coperto di sciarpe benedette (usanza tipica Sherpa, quella di far benedire delle sciarpe bianche ed attaccarle ad un Chorten), poi scendiamo verso Namche e quindi cominciamo a percorrere un sentiero balcone che ha una vista su tutta la valle. Poco dopo il sentiero entra in un bosco di conifere inframezzato da qualche rododendro. Continuiamo a scendere e, dopo un paio d’ore e dopo aver cominciato a salire, incrociamo il primo paese, Thamo, che attraversiamo salendo verso il monastero. Saliamo ancora un po’ e raggiungiamo Samde, dove ci fermiamo a bere un the.
Ripartiti, saliamo ancora un po’ e poi scendiamo fino ad un ponte tibetano che attraversiamo. Da qui, la strada comincia a salire e in poco meno di un’ora arriviamo a Thame.
Mentre mangiamo qualcosa, il tempo cambia e comincia a nevicare. Avremmo voluto andare a visitare il monastero, ma visto il tempo ci rinunciamo.
- 14^giorno – 11/04: Thame (q.3782) – Phakding (q.2610) (dis.+540, -1712)
Ripercorriamo a ritroso il tragitto fatto ieri venendo da Khumjung fino al bivio per Namche Bazar. Da qui, prendiamo la strada che scende a Namche passando davanti all’eliporto. Poco dopo abbiamo una magnifica vista di Namche dall’alto. Cominciamo a scendere e ci ritroviamo presto nella confusione alla quale non eravamo più abituati. Fa uno strano effetto, dopo due giorni e mezzo di percorsi poco battuti, ritrovarci nell’ambiente movimentato dei viaggiatori che percorrono la valle del Khunbo
Da Namche ci avviamo verso Pakding, ripercorrendo a ritroso la stessa strada che abbiamo fatto all’andata. La fioritura, che era ancora in bocciolo quando siamo saliti, sta avanzando e vediamo un’esplosione di colori, dai rododendri che spaziano tra il bianco, il rosa, il fucsia ed il rosso, a splendide cascate bianche dei pruni, fino ad arrivare al verde intenso dei campi di cereali
In questo ambiente spettacolare, raggiungiamo Phakding dopo circa 6 ore dalla partenza.
- 15° giorno – 12/04: Phakding (q.2610) – Lukla (q.2840) (dis.+450, -220)
Siamo alla fine. Oggi rientriamo a Lukla. Il percorso è abbastanza breve e senza particolari difficoltà.
Scendiamo un primo tratto, per circa metà del percorso e poi saliamo per arrivare ai 2840 mt di Lukla. Lungo il percorso incontriamo diverse comitive di escursionisti che hanno appena iniziato il loro trekking. Noi siamo in chiusura.
Arriviamo a Lukla in 3 ore circa e ci fermiamo alla nostra Llodge dove pranziamo. A metà pomeriggio salutiamo i nostri portatori e diamo, a loro ed alle guide, la busta con le mance.
- 16° giorno – 13/04: Lukla-Manthali-Kathmandu
Oggi giornata di viaggio: prendiamo l’aereo da Lukla a Manthali e qui troviamo il minivan che si aspetta per riportarci a Kathmandu
- 17° giorno – 14/04: Kathmandu
L’agenzia cui ci siamo appoggiati ci ha organizzato una visita nella valle di Kathmandu: non puoi lasciare il Nepal senza aver visto i 6 siti più importanti della valle. Oltre a Boudhanath, che abbiamo visitato il primo giorno, oggi vediamo:
- Pashupatinat: il più importante tempio induista del Nepal. Qui si svolgono le cerimonie di cremazione, cui assistiamo.
- Bhaktapur: antica città Newari nella parte est della valle di Kathmandu.
- Lalitpur (Patan): la più antica tra le città reali della valle di Kathmandu.
- 18° giorno – 15/04: Kathmandu
La nostra visita nella valle di Kathmandu prosegue con gli altri 2 siti importanti:
- Durbar Square: area centrale storica di Kathmandu, sita di fronte al palazzo reale, ospita diversi templi e la casa della Kumari (bambina considerata una divinità dai Nepalesi)
- Swayambhunath: conosciuto come il tempio delle scimmie per il gran numero di scimpanzé che lo popolano, è un antico complesso religioso buddista situato in cima ad una collina nella valle di Kathmandu ad ovest della città
- 19^giorno – 16/04: Kathmandu Malpensa
Informazioni utili:
Chiudo questa relazione lasciandovi alcune informazioni e riferimenti.
Agenzia di appoggio utilizzata in loco:
SHERPA ALPINE TREKKING SERVICE
P.O. Box: 2390 Keshar Mahal, 73 Thamel, Kathmandu, Nepal.
Tel: +977-1- 4510118, Fax: +977-1-4515254
E-mail: alpine940@hotmail.com – satsnepal@gmail.com
Hotel a Boudhanath (prenotato direttamente dall’agenzia).
Hotel Sherwi Yul
Phulbari, Boufha-6, Kathmandu, Nepal
Volo Ramechhap-Lukla:
Dell’acquisto del biglietto se ne è occupata l’agenzia ed il costo è di circa 400$ (inclusi nei 1200 $ che abbiamo pagato per il servizio di trekking)
Sull’aereo si può portare un bagagli di 15 kg a persona. Il peso in eccesso si paga a parte (ma i costi sono contenuti)..
Tutte le Lodge in trekking sono state prenotate di volta in volta dalla guida.
Guida e portatori sono obbligatori per i trekking in Nepal. Fa eccezione la valle del Khumbu, ma vi suggerisco fortemente di appoggiarvi ad un’agenzia sempre: vi semplifica tantissimi problemi organizzativi e di comunicazione.
Costi indicativi per i 19 giorni del viaggio:
Volo MXP-KTM:
1100 € incluse coperture assicurative (per cancellaz
ione e assicurazione per la permanenza)
Servizio di trekking: 1200 $ (guide, portato, permesso di ingresso nel parco, voli interni e tutti gli spostamenti in loco)
Visti: 50 $
Pranzi e pernottamenti: 600 €
Mance, viaggio per Malpensa, parcheggio e altre varie: 150€
TOTALE: 3000 €
Per ulteriori informazioni potete contattarmi:
Giorgio Colamartino