Relazione – Processione alla Cappella del Thabor 16 giugno 2024
Agnès Dijaux ci racconta come è andata la processione alla Cappella del Monte Thabor del 16 luglio scorso.
All’alba di questo martedì 16 luglio dedicato a San Bartolomeo, tutti i partecipanti alla nota processione alla cappella del Thabor, si erano organizzati al meglio per raggiungere alle ore 6, il Pian della Fonderia in fondo alla valle Stretta. Don Daniele Venco vice parroco venuto da Torino Lingotto per la terza volta consecutiva aspettava i devoti per condividere questo pezzo di cammino di vita. Circa una ventina di persone, pronte e determinate, alcuni fedeli di Bardonecchia, altri venuti da lontano, erano giunte in quest’occasione. La giornata si presentava un po’ nuvolosa ma non minacciosa. Meglio, la temperatura era fresca e in lontananza compariva il Monte ancora coperto parzialmente di neve. Qualcuno era preoccupato e si era addirittura portato i ramponcini, quasi tutti avevano preso i bastoncini per meglio sostenersi durante il cammino.
Don Daniele dopo aver salutato i presenti con buone parole, è seguita una breve preghiera, ha avviato la processione verso l’edificio religioso il più alto di Francia. Con grande entusiasmo sono cominciate le chiacchiere tra gli amici nel gruppo, alcuni scambiando semplici parole con nuovi compagni di strada, qualcuno rimanendo in meditazione. Alla prima croce si è ricordato con emozione e dolore “il nostro Riccardo”, un bambino di appena 11 anni mancato il 30 gennaio scorso. I pellegrini hanno poi proseguito lungo le 14 stazioni, e ad ogni fermata Don Daniele invitava ad un momento di riflessione accompagnato da un Padre Nostro ed un Ave Maria. Nel cammino si è potuto rammentare le difficoltà della vita, in particolare chi soffre con difficoltà psicologiche, chi non c’è più, i malati, elogiando il grande sostegno del personale medico sanitario… Guardare oltre questi momenti lasciati laggiù ci aiuta a guardare oltre.
Il gruppo si aiuta l’uno con l’altro, un sostegno permette di intravedere le forze nascoste. Qualcuno scambia un pezzo di cioccolato o un dolciume per farsi coraggio. Si parla della Montagna, di queste montagne nate dal mare, del calcare e del carbonato di calcio con quarzite, che viene qui chiamato “dolomiti di valle Stretta”, dove una volta si estraeva il ferro. Lungo quest’antica processione, mancano 2 croci di ferro a 2 stazioni; l’ultima fermata al colle di Valmeinier, la croce è mancante. Sarà forse per lasciare la libertà ad ognuno di affidarsi ai momenti di Dio…
Ormai la vetta si avvicina, si procede bene e con passione. Finalmente la cima è raggiunta! La cappella è qui, tutta impacchettata per prevenire il suo crollo imminente. Tanti aspettano la celebrazione, don Daniele prepara l’altare, come solito sulla sinistra della cappella, richiama qualche ragazzo per aiutarlo per servire messa. S’inizia. Dal vangelo di San Matteo capitolo 25 … ero nudo m’avete vestito e se l’avete fatto ad un fratello l’avete fatto a me… Una cinquantina di persone assiste alla celebrazione, quasi tutti prendono il corpo di Cristo. C’è qualcosa che unisce oltre alla croce… Questo è un momento in cui pensi e vorresti che non finisse più, è la percezione dell’eternità!
Si scattano le tradizionali foto di gruppo, tra cui una foto fatta con le lettere per formare la frase “SALVIAMO LA CHAPELLE DU THABOR” (come nel 2018), per ricordare il dispiacere del suo stato di abbandono, aggiungono commentando “Diverse generazioni hanno fatto come noi, e hanno portato le pietre fino lassù per noi, per trovare lo spazio di Dio”, “Vorremo un intervento più immediato del comune”. Ad oggi si aspetta da quasi 10 anni il restauro di questo edificio pericolante. Un gruppo di architetti di Grenoble sono stati incaricati dal comune di Bardonecchia, per uno studio. E adesso? Si aspetta il progetto. Sembra che lo soluzione migliore sia di ricostruirla all’identico alcuni metri più avanti, sulla roccia sicura. Si brontola un po’, e tutti si mettono d’accordo per avviarsi al rientro con l’appuntamento solito per mangiare “al pian del desinare” ricordando che una volta si andava in processione a digiuno. Qualcuno corre, qualcuno scivola sui nevai e qualcuno scende a stento, però tutti felici di avercela fatta! Ricordiamo pure che oggi l’associazione Les amis de Névache ha versato sul conto del comune di Bardonecchia la somma raccolta attraverso l’applicazione Helloasso, 7000 €. Un grazie di cuore per l’impegno e la generosità di tutti i donatori! Si aspetta e si spera ancora…